“Qualcosa a cui pensare” mette in scena una storia di ordinaria esistenza e convivenza tra ragazzi di oggi che tentano di trovare la loro identità, avendo di fronte un futuro instabile, che in modo diverso li spaventa.
Due protagonisti che riflettono due visioni divergenti di pensiero che fanno riflettere su come diventare adulti dinnanzi ai mutamenti del mondo ed allo loro età che cambia. Da un lato Jeer, soprannome di Giacomo, studente di fisica e appassionato di Super Mario, un ragazzo nevrotico e paranoico, alla ricerca di una scossa che possa dare impulso alla sua esistenza. Dall’altro Paola, ma che tutti chiamano Plinn, una ragazza pragmatica e disillusa e con poca attitudine allo studio. Due mondi distanti e con pochi punti in comune che si incontrano e si scontrano, ritrovandosi per caso a condividere un appartamento. Nonostante le diversità scatta qualcosa tra loro, un sentimento forte come forti sono i dubbi e le resistenze a lasciarsi andare. Tutto ciò condizionerà il loro rapporto nel quotidiano e nelle scelte di vita, condividendo i propri sogni e l’amore ma anche duri scontri per le paure e l’ ansia di doversi inevitabilmente mettere in gioco per crescere.
comunicato stampa:
27 marzo – 2 aprile 2017 | Residenza Urbana Progetto TLLT
Qualcosa a cui pensare di Emanuele Aldrovandi
regia Vittorio Borsari
con Roberta Lidia Di Stefano e Tomas Leardini
scene e costumi Tommaso Osnaghi – video Editing e musiche Francesco Lampredi – organizzazione Valentina Brignoli – Produzione CHRONOS3 con il contributo del Bando Giovani Direzioni 2015 – Centro Teatrale MaMiMò
Spettacolo vincitore del bando NEXT di Regione Lombardia
L’AMORE ALL’EPOCA DEI VIDEOGIOCHI
“Qualcosa a cui pensare” è una commedia romantica e al tempo stesso ironica che ha per protagonista la coppia di trentenni Jeer e Pleen, specchio di una generazione cresciuta con pochi miti e tanti videogiochi, tra insicurezze e avventure dell’acrobatico SuperMario. Un po’ spudorata, illusa e incosciente, costretta a confrontarsi con le tragicomiche gioie e le difficoltà dell’Italia dei nostri giorni, la giovane coppia mostra un’anima fragile e mutevole. Pieni e vuoti, liberi e dipendenti, deboli e spavaldi, i due protagonisti mettono in scena le contraddizioni di un’epoca di crisi globale e identitaria, di instabilità politica e scarsità di riferimenti forti. “Qualcosa a cui pensare” vuole raccontarci, come in un videogioco, diversi livelli di caos e insicurezza generazionale. “Lo spettacolo procede per contrapposizioni di scene: sia con l’ironia del telefilm Friends che ci ha tenuti incollati al televisore ogni sera, sia con momenti fragili e drammatici in cui le insicurezze si rivelano appieno. Sarà la sottile ma persistente storia d’amore dei protagonisti, sorprendete e spiazzante perché fuori dai binari tradizionali ad indicarci una strada.
Insieme ai due attori, protagoniste sono le immagini video, che scandiscono i ritmi tra i diversi quadri, approfondiscono le diverse tematiche affrontate e visualizzano i concetti relativi alla Fisica, presenti nello spettacolo (studio del pensiero, sinapsi, le galassie e i buchi neri), oltre che elementi concreti presenti nel testo (come: il videogioco Super Mario, le strade cittadine, la caduta da un palazzo per suicidarsi, ecc. ecc.). Ma, soprattutto, sullo schermo prendono forma le paure del futuro e un equilibrio perennemente in bilico fra menzogna e verità, che, come la teoria fisica del caos, precede attraverso salti in avanti e in indietro nel tempo fino a rivelare un ordine generato proprio dall’incontro di Jeer e Plin.
“Qualcosa a cui pensare è un appuntamento con se stessi, con la generazione degli anni Novanta cresciuta a pane e Super Mario Bros, con la necessità di cambiare, consapevoli che non si può rimanere uguali e indifferenti dinanzi ai disastri, ai mutamenti del mondo e alla propria età che cambia, senza riuscire a capire, però, cosa essere, cosa diventare.”
Sara Lotta, Persinsala
VITTORIO BORSARI – Laureato in Filosofia alla Statale di Milano e diplomato alla Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi. Nel ruolo di assistente alla regia ha seguito i lavori di Giampiero Solari, Carmelo Rifici, Firenza Guidi e Silvio Peroni.Al momento è assistente di Giampiero Solari alla direzione della Scuola Civica Paolo Grassi di Milano.Dal 2012 è direttore artistico con Manuel Renga della stagione teatrale Circuito Contemporaneo dei comuni di Carpenedolo (BS) e Toscolano Maderno (BS).Dal 2015 la stagione teatrale Circuito Contemporaneo è entrata nel nuovo circuito multidisciplinare della Lombardia C.L.A.P.S.S. con il finanziamento e patrocinio del Ministero dei beni culturali.Nel settembre 2016 lo spettacolo “Qualcosa a cui pensare” vince il Bando NEXT di Regione Lombardia. Nel dicembre 2016 la compagnia vince con il progetto “CIRCUITO CONTEMPORANEO / SWICH ON” il Bando Cariplo FUNDER 35.
EMANUELE ALDROVANDI – Dal 2012 lavora come autore, drammaturgo e insegnante di scrittura al Centro Teatrale MaMiMò diReggio Emilia. Per la compagnia MaMiMò ha scritto L’isola del tesoro (2012), Viva Clara! (2013) e Elvis e il Papa (2014). Collabora inoltre con la compagnia Chronos3 e scrive di teatro sul settimanale Arcipelago Milano.Ha ricevuto vari riconoscimenti fra cui il Premio Nazionale di Teatro Luigi Pirandello 2012 per Felicità, la Segnalazione al Premio Hystrio Scritture di scena 2012 per Funziona meglio l’odio, il Premio Riccione “Pier Vittorio Tondelli” 2013 per Homicide House e il Premio Hystrio Scritture di Scena 2015 per Farfalle.