Escher – Milano – Palazzo Reale 24 giugno – 22 gennaio 2017

Entrare in un mondo fantastico, impossibile, surreale: tutto questo è Escher, artista sui generis che ha ampliato le sue possibilità illustrative e pittoriche, raggiungendo livelli così sublimi da lasciare a bocca aperta perfino chi non capisce molto di litografie, arti figurative e illustrazione in generale.

sala.jpg

La mostra ha già avuto successo a Roma, Bologna e Treviso, ma adesso il genio olandese “Escher” sbarca a Milano e vuole doppiare le mostre precedenti e ha tutte le carte in tavola per farlo, anzi ha la fantasia e la sua arte che con gli anni conquista sempre più i giovani.

Mano con sfera riflettente.jpg

200 opere, (mostra quasi completa): di sicuro troverete tutti i capolavori; per esempio la meraviglia della Mano con sfera riflettente, che è la mia preferita, poi  Metamorfosi, bellissima e lunga “illustrazione” da guardare camminando e osservare ogni minimo particolare di cambiamento e trasformazione del disegno, dove finisce ricomincia, un giro in tondo, divertente e molto suggestivo; troveremo anche Relatività e Belvedere, oltre ai suoi esperimenti di prospettive di scale e forme geometriche assurde, uniche e magiche.

Giorno_Notte.jpg

Entrare nel mondo di Escher è come scavare nella nostra fantasia e realizzare ciò che nei sogni risulta impossibile, lui è riuscito in ciò che molti adesso, grazie a lui realizzano nei film, nei fumetti, basti pensare alle sale cangianti nella saga di Harry Potter, alla pubblicità dove Mika va su per le scale assurde, o andando indietro nel tempo il famoso e bellissimo Labirinth in cui ogni cosa era escheriana, dal labirinto alle scale e stanze finale del film. Consigliato a tutti i giovani curiosi, ma anche a chi ha voglia di non vedere la classica mostra, ma un evento che ti colpisce lo spirito e il cervello.

Massimiliano Vermi

ali

La mostra, promossa dal Comune di Milano – Cultura, è prodotta e organizzata da Palazzo Reale di Milano, Arthemisia Group e 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, in collaborazione con la Escher Foundation, ed è curata da Marco Bussagli e Federico Giudiceandrea. Una grande esposizione che vede come main sponsor M&G Investments.

Comunicato stampa

Qualche tempo fa ricevetti un messaggio whatsapp da un mio caro amico che come immagine del suo profilo aveva scelto le “mani che disegnano”, una delle opere più famose di Maurits Cornelis Escher. Non sospettavo minimamente – e non avevo torto – che il mio caro amico avesse un qualche interesse per l’arte e quindi rimasi sorpreso nel vedere che avesse scelto un’opera di Escher per il suo profilo. Mi fu chiaro allora che l’arte di Escher era divenuta veramente popolare, ben al di là di quanto l’artista olandese – e molti di noi con lui – avessero mai immaginato. In vita, infatti, Escher non ebbe certo i riconoscimenti che oggi gli vengono tributati: quel suo stare in bilico tra l’arte e la matematica non ha giovato a una definizione precisa della sua personalità artistica. Da morto, la sua arte non è stata per molto tempo pienamente compresa e anzi è stata più volte interpretata e utilizzata in maniera quantomeno approssimativa: si pensi all’appropriazione della sua opera da parte del movimento hippie che Escher invece avversava. Memorabili furono i suoi rifiuti di concedere l’autorizzazione a utilizzare alcune sue opere come copertine dei dischi a Mike Jagger. Andò invece d’amore e d’accordo con i matematici, l’altra categorie di persone che lo amavano a tal punto da comprare le sue opere e a utilizzarle per illustrare i propri articoli. Fu proprio in occasione di un congresso mondiale di matematica che venne dedicata a Escher, e siamo nel 1954 ad Amsterdam, la prima, grande mostra.

Tra gli indubitabili meriti ascrivibili alla mostra del Palazzo Reale occorre menzionare che si tratta di una mostra retrospettiva pressoché completa e che, pertanto, il visitatore potrà seguire, passo dopo passo, tutta la produzione estetica escheriana: dagli anni della formazione (decisamente influenzati dalle risorse artistiche, paesaggistiche e architettoniche dell’Italia, in cui visse dal 1923 fino al 1935) allo snodo rappresentato dalla visita all’Alhambra, dalle tassellature alle superfici riflettenti, dalle metamorfosi ai paradossi geometrici. Un percorso così orientato permette anche di cogliere due aspetti che sono stati oggetto di ampia riflessione. Il primo è che il percorso creativo di Escher si sviluppa senza soluzioni di continuità in quanto già nei primi paesaggi degli anni Venti si intravvedeva quella specifica e del tutto speciale visione che sarà poi evidente nelle sue opere posteriori al 1936, cioè dopo la seconda visita al monumento moresco dell’Alhambra. Il secondo aspetto riguarda una presunta unicità, una sorta di isolamento di Escher dal tessuto artistico a lui contemporaneo. Anche in questo caso, il nostro progetto consente abbastanza agevolmente di capire come, al contrario, Escher conoscesse molto bene le altre esperienze artistiche come l’art nouveau (conosciuto attraverso gli insegnamenti del suo Maestro Samuel Jessurum de Mesquita), il simbolismo, il divisionismo, il futurismo, il cubismo e il surrealismo. In questo contesto appare non superfluo citare la sua piena comprensione della psicologia della Gestalt, corrente psicologica incentrata sui temi della percezione, nata e sviluppata in Germania negli Anni Venti, per la quale, in opposizione all’elementarismo dello strutturalismo, “il tutto è più della somma delle singole parti”. Molte sue opere sono infatti il frutto delle principali leggi (della semplificazione, della buona forma, della continuità, del triangolo di Kanisza, del vaso di Rubin, del convesso e del concavo) della Gestalttheorie. Furono proprio questi aspetti legati alla psicologia della percezione ad attirare su Escher l’attenzione di uno dei più grandi storici dell’arte del Novecento, Sir Ernst Gombrich che ha compiuto innovativi e perspicaci studi sul rapporto arte e psicologia (Arte e illusione; Arte, percezione e realtà; Il senso dell’ordine…). Si tratta, come si può desumere da questi brevi accenni, di una mostra articolata, densa, germinativa di molteplici stimoli di riflessioni che invitano a successivi approfondimenti per apprezzare appieno le straordinarie intuizioni di questo schivo artista olandese che ha saputo cogliere ciò che sta dietro la pura visibilità: una continua sfida intellettuale al senso comune che continuerà ad intrigare tutti e soprattutto le generazioni più giovani.

Domenico Piraina

Direttore del Palazzo Reale

La mostra vede come sponsor Generali, special partner Ricola, con il sostegno di la Rinascente e NH Hotels, e vede come sponsor tecnici ATM, Trenitalia, Coop Lombardia, Kartell e lighting partner Reggiani.
Con il supporto di Il Sole 24 ORE, Domenica 24 ORE e Radio24. L’evento è consigliato da Sky Arte HD. Catalogo edito da Fondazione Escher.

Sede e orari
Milano, Palazzo Reale (P.zza Duomo 12)
lunedì 14,30 – 19,30
martedì – mercoledì – venerdì – domenica 9,30 – 19,30
giovedì – sabato 9,30 – 22,30
Informazioni e prenotazioni
T +39 02 89 29 711
Informazioni didattica
didattica@arthemisia.it
T. +39 06 91511055
Hashtag ufficiale
#EscherMilano

loghi sponsor escher.jpg

CampusBand – Concorso nazionale per studenti con la passione per la Musica

CAMPUSBAND MUSICA & MATEMATICA
COME FARE DI UNA BAND “STUDENTESCA” UNA TOP BAND
La storia dei COLDPLAY e dei RADIOHEAD insegna!!!

“CampusBand” è il concorso nazionale dedicato agli studenti che hanno la passione per la musica!!

logo orizzontale_CampusBand

La Musica e la Matematica sono da sempre indissolubilmente legate, una relazione scoperta già da Pitagora in tempi antichi. E oggi, come sarebbe la musica senza software e sintetizzatori? La risposta è “CampusBand Musica & Matematica” il nuovo concorso nazionale dedicato agli studenti che, oltre ad impegnarsi nello studio, hanno anche la passione per la musica!!
Sognare il successo partendo dal College e raggiungerlo? Si può! La storia insegna, a partire dall’esempio dei Coldplay, nati all’University College di Londra, o dei Radiohead, formatisi alla Abingdon School di Oxford: bastano un microfono, una chitarra, una batteria, una sala prove e tanta originalità. Gli esempi nel panorama della musica internazionale sono numerosi, celebri e “replicabili”… anche per le band italiane.
L’obiettivo del “Campus” è quello di premiare tutte quelle capacità creative e tecniche tali da porre le premesse per uno sviluppo professionale: il concorso si rivolge a tutti i gruppi musicali che si sono formati all’interno dei licei e delle università italiane (almeno il 30% del gruppo dev’essere composto da studenti). L’età media dei componenti non deve superare i 25 anni e almeno due elementi della band devono frequentare i corsi scolastici. Soddisfatti questi requisiti, partecipare è semplice: basta inviare un inedito e una cover.
Mogol, grande autore italiano di testi di canzoni, Mario Lavezzi, tra i più raffinati “music maker” del nostro Paese e Franco Mussida, fondatore della Premiata Forneria Marconi, faranno da guida a tutti gli studenti!!
Il gruppo vincitore si aggiudicherà un contratto con un’etichetta discografica e due borse di studio, una al CET, scuola fondata da Mogol, e l’altra al CPM di Milano, scuola rappresentata da Franco Mussida.
Le opere delle band saranno ascoltate e giudicate da una commissione di esperti, composta dallo stesso Lavezzi e da “addetti ai lavori”, tra gli altri, il giornalista e critico del Corriere della Sera, Andrea Laffranchi, il paroliere Cristiano Minellono, il dj Angelo Baiguini e Claudio Ferrante, A&R manager.
Fra tutte, verranno selezionate 10 band finaliste che avranno l’opportunità di esibirsi davanti al pubblico di un grande evento live, quest’estate, al Castello Sforzesco di Milano, organizzato a fine anno scolastico.
“Campusband Musica e Matematica” è un concorso sostenuto da SIAE – Comune di Milano – Rtl 102.5 e Corriere della Sera – ViviMilano.
Il Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca), a riguardo, ha inviato una circolare a tutti gli Istituti e a tutte le Università italiane al fine di informare al meglio i propri studenti sul “Campus”.
I gruppi potranno inviare le demo tramite i siti ufficiali www.musicamatematica.it e www.campusband.it entro e non oltre il 31 maggio 2016.
Il regolamento è consultabile sul sito www.campusband.it
Per informazioni: info@campusband.it – tel 02 6552110

logo orizzontale_CampusBand

CAMPUSBAND MUSICA & MATEMATICA

I CONSIGLI DI MARIO LAVEZZI, MOGOL E FRANCO MUSSIDA (PREMIATA FORNERIA MARCONI e CPM)

Mario Lavezzi “All’età di 14 anni amavo la musica e condividevo questa passione con i compagni di scuola e gli amici del mio quartiere “Il Giambellino” a Milano. Lì è nato il mio primo gruppo, “I Trappers”, e da li a poco sarebbero fiorite molte band di successo. Io stesso sono passato da “I Trappers” a “I Camaleonti” quando avevo solo 18 anni ed iniziata così la mia carriera di musicista. Nasce da quell’esperienza l’idea di lanciare questo concorso dedicato alle band che si formano all’interno dei licei e delle università. Il principale consiglio per i giovani ragazzi prossimi all’esperienza del Campus è quello di essere spontanei. Evitate qualunque tipo di artifici sulla scelta dell’inedito e puntate alla sostanza per la cover. Quindi prendete lo strumento datevi il canonico «one, two, three, four» e attaccate a suonare!!”

Mogol “Il “pop” dopo l’esplosione creativa avvenuta nella seconda metà del ventesimo secolo ha raggiunto un livello qualitativo che non è più affrontabile su base internazionale senza aver assorbito una profonda cultura attraverso i dischi, gli arrangiamenti e gli esempi interpretati degli artisti più grandi degli ultimi quarant‘anni senza trascurare ovviamente i più recenti artisti emersi nel mondo”.

Franco Mussida “Capita spesso che tra studenti si condivida la passione per l’ascolto della Musica. Se poi c’è qualcuno che suona, anche se di un’altra classe, c’è sempre qualcuno che te lo viene a dire. Quando succede prima o poi ci si incontra. Il Gruppo, o la Band come si dice in inglese, è un’alchimia. Lo è stata per tanti, anche per me che di gruppi ne ho passati e fondati alcuni, l’ultimo la PFM. Se non avete una band già formata, forse sarà proprio CAMPUS BAND a darti l’occasione per cercare ragazzi per mettere su un gruppo. Fare Musica insieme, Pop, Rock, o inventatevi voi un area nuova, è un’esperienza forte, da fare, è davvero un privilegio. Spero che siate in tanti a partecipare: perché la Musica non ha mai fatto male a nessuno, e di questi tempi non è poco. A tutti buon divertimento”.

La cantatrice calva al Teatro Manzoni – recensione

La curiosità era grande.

Ieri in scena al teatro Manzoni: La cantatrice calva.

Vedere i tre cabarettisti di Zelig cimentarsi con “La cantatrice calva” è stato un grande stimolo per la curiosità, ma forse l’aspettativa è stata un po’ delusa, soprattutto da parte di Manera, che non è riuscito a scrollarsi di dosso il personaggio zelighiano. Al contrario le tre attrici hanno dimostrato tutto il loro spessore e la loro bravura, diventando le vere protagoniste della serata. Hanno esaltato l’assurdità del lavoro di Ionesco che cela, attraverso la comicità, i vuoti esistenziali e le incomprensioni della vita. Forse Ionesco è già esageratamente comico e non ha bisogno dei meccanismi e degli eccessi necessari al cabaret. L’impostazione registica non è riuscita a colmare la distanza tra gli attori teatrali e quelli della televisione. Questo deve ridare il giusto spazio al teatro e essere da monito ai registi che cedono troppo spesso alla banalità del gusto televisivo per aumentare l’afflusso al botteghino, dovuto alla notorietà degli attori.

Zeta

DAL 27 APRILE 2015 AL 29 APRILE 2015
LA CANTATRICE CALVA – LEONARDO MANERA, DIEGO PARASSOLE, MAX PISU, MARTA MARANGONI, STEFANIA PEPE, ROBERTA PETROZZI – DI EUGÈNE IONESCO – SCENE DI MATTIA BORDONI – COSTUMI DI LUCIANA MALACARNE – REGIA DI MARCO RAMPOLDI

Teatro Manzoni – Via Manzoni 42 – 20121 Milano
Tel. 02.763.69.01 Fax 02.760.054.71 – info@teatromanzoni.it – Il Servizio di biglietteria telefonica risponde al numero 02.763.69.01 e al numero verde 800 914350 attivo da rete fissa in orario di cassa

La Cantatrice Calva nasce  dal desiderio di tre comici amici Max Pisu, Diego Parassole e Leonardo Manera e di due attrici di prosa, Stefania Pepe e Roberta Petrozzi, di  lavorare insieme. Un gruppo  apparentemente contraddittorio, ma in realtà assolutamente coeso , in cui i ‘performers’ abituati a portare sul palcoscenico le proprie parole in un dialogo molto diretto con la platea, e l’elemento femminile di impostazione tradizionale, fanno esplodere una comicità dirompente. Quali presupposti migliori per rileggere con scanzonato rigore questo capolavoro che mette in luce, con esilarante ferocia, tutto la parte più effimera dei rapporti e della comunicazione verbale? Con un tuffo catartico nell’assurdo che si cela sotto (o dentro?) la normalità quotidiana

Cinema del Quebec A Milano dal 18 al 21 marzo – Journées du cinéma québécois en Italie – 12a edizione

In collaborazione con Milano Film Network, ceCINEpas, Milano Film Festival, Festival MIX Milano, Filmmaker, Sguardi Altrove Nourritures terrestres et nourritures spirituelles. Dalla società delle piante al nutrimento del cuore: è questo il tema della dodicesima edizione delle Journées du cinéma québécois en Italie, al via il 18 marzo 2015 presso l’Institut français Milano, per celebrare la Giornata internazionale della Francofonia. Le giornate – 18, 19, 20 e 21 marzo – sono organizzate in collaborazione con il Conseil des arts et des lettres du Québec, la Société de développement des entreprises culturelles du Québec, la Delegazione del Québec a Roma, l’Ambasciata del Canada in Italia e l’Institut français Milano, con il patrocinio del Comune di Milano. Confermato anche quest’anno il circuito di microdistribuzione che vede la rassegna quebecchese allargarsi ad altre città dopo l’anteprima milanese, arrivando con una speciale selezione di titoli il 26 e 27 marzo a Firenze, in collaborazione con l’Institut français Firenze e successivamente a Siracusa (26, 27, 28 marzo, Ex Chiesa dei Cavalieri di Malta), in collaborazione con l’Assessorato Politiche Culturali, Turismo e Spettacolo del Comune di Siracusa. La rassegna presenta film non distribuiti in Italia transitati in prestigiosi festival internazionali e anteprime nazionali. Il fil rouge che accomuna la selezione dei titoli è il tema della ruralità in Québec, dove s’incrociano i tempi dell’antico calendario lunare, con la tradizione rituale contadina e con la cultura dello slow food e degli orti urbani. Dove le ossessioni di Robert Lepage ci avvicinano alla ribellione visionaria di Xavier Dolan. Dai racconti di Annie St-Pierre e Julie Perron, alle donne Fermières delle comunità rurali, fino all’artista Patrice Fortier, seminatore di idee e scopritore di ortaggi in via d’estinzione. Dalle storie del Québec, immagini in movimento continuo, con lo sguardo sospeso tra malinconia e felicità. La rassegna si apre con l’anteprima italiana di Le Semeur di Julie Perron (mercoledì 18 marzo alle 20) , un’incursione nell’universo dell’artista-seminatore e fotografo Patrice Fortier. Creatore de La société des Plantes, Fortier conserva sementi vegetali rare, antiche o dimenticate dal processo di industrializzazione post-rurale. Il suo obiettivo è creare le varietà anziane del futuro, seminando a mano con attenzione e rispetto per le diversità, l’infinita ricchezza di tipologie, di varianti, di forme e colori irripetibili, celebrando l’unicità di ogni essere naturale. Un lavoro monacale di cui la regista riprende, in rispettoso silenzio, le infinite sfumature e l’intrinseca emozione. Un inno alla biodiversità vegetale e al patrimonio genetico delle sementi naturali originali e geneticamente motivate. Presentato alle Rencontres internationales du documentaire de Montréal 2013. La regista Julie Perron e l’artista Patrice Fortier saranno presenti in sala. Prima della proiezione, alle 18.30, sarà inaugurata la mostra fotografica Blanches à collet vert di Patrice Fortier. Forme, colori e personalità degli ortaggi. Alla radice delle differenze. La mostra sarà aperta al pubblico dal 18 al 21 marzo alla Galerie dell’Institut français Milano. Giovedì 19 marzo alle 20:00 Xavier Dolan firma il montaggio del corto Quelqu’un d’extraordinaire, debutto alla regia di Monia Chokri, giovane sceneggiatrice e attrice. Nel film Sarah, 30 anni, ha tutto per avere successo nella vita. Un mattino, dopo una notte brava, si sveglia in un letto che non è il suo, in una casa che non è la sua, e incontra una madre che non è la sua…Presentato in anteprima al Milano Film Festival e premiato al Festival di Locarno 2013. Segue Tom à la ferme. Tratto dalla pièce omonima di Michel Marc Bouchard. Questa volta Dolan ci disorienta, interpretando e dirigendo il suo viaggio dalla città verso la campagna, sospeso tra citazioni surreali di Hitchcock e la perversione dei silenzi alla Polanski. Al funerale del suo compagno, morto all’improvviso, Tom scopre che la famiglia non sa nulla della loro storia d’amore. Gente semplice, contadini di una grande fattoria, sperduta nella campagna post-rurale del Québec. Per proteggere l’onore e la mamma ignara, il fratello Francis detta le regole di un travolgente gioco al massacro. Tom si decompone fulminato da un amore tossico inaspettato. Insignito del Premio FIPRESCI alla Mostra del Cinema di Venezia (2013) e presentato al Festival MIX Milano. Venerdì 20 marzo alle 20:00 anteprima di Triptyque di Pedro Pires e Robert Lepage. Ispirato alla pièce teatrale Lipsynch. Robert Lepage ritorna alla sua passione per il cinema, con un affresco urbano contemporaneo in tre atti, tre momenti di passaggio nella vita di tre personaggi in cerca d’autore. È la storia di Michelle, di sua sorella Marie e del suo incontro con Thomas, il neurochirurgo che le salverà la vita. Storia dell’amore improvviso che travolge medico e paziente. A metà tra poesia scritta con le parole e poesia disegnata con la luce. Presentato alla scorsa Berlinale, menzione speciale della giuria Ecumenica. Sabato 21 marzo alle 15:30 Fermières della giovane regista Annie St-Pierre. Ritratto impressionista e appassionato di una delle facce più antiche dell’identità femminile del Québec, ispirata ai principi di solidarietà e partecipazione: le Fermières. Thèrese l’artigiana, Francine la perfezionista, Anne-Marie l’etnologa, Yolanda la presidentessa e tante altre donne, tutte volontarie e iscritte all’associazione dei Cercles de fermières du Québec. Creati nel 1915 per iniziativa del Ministero dell’Agricoltura e presenti ancora oggi in più di 600 comuni, queste associazioni laiche sono state e sono ancora oggi piccole comunità, luoghi protetti e solidi, dove si esprime liberamente lo spirito dell’identità femminile quebecchese rurale. Dai centrini all’uncinetto, dalle ciambelle alla marmellata fatta in casa, dall’educazione alla pratica quotidiana della joie de vivre! La storia contadina delle nostre madri e delle nostre nonne, artefici del passaggio di consegne e fonte di ricchezza intergenerazionale, della pratica saggezza popolare del saper fare. La regista Annie St- Pierre sarà presente in sala. Chiudono la selezione alle 17:00 tre cortometraggi della nouvelle vague al femminile, che rappresentano al meglio l’effervescenza del cinema quebecchese. Micta di Élisa Moar e Marie-Pier Ottawa, ispirato al Piccolo Principe di Saint-Exupéry, La coupe di Geneviève Dulude-Decelles e Chef de Meute di Chloé Robichaud, presentato al Festival di Cannes. Chiude il pluripremiato regista di Incendies Denis Villeneuve con Next floor, spettacolare piano sequenza di una grande abbuffata, baccanale gastronomico ossessivo e compulsivo, grottesco e assurdo.

Tutti i film sono in lingua originale con sottotitoli in italiano. INGRESSO LIBERO

http://www.cinemaquebecitalia.com Su Facebook: Cinema Quebec Italia http://www.institutfrancais-milano.com

Institut français Milano Corso Magenta 63 Milano sala cinema: CinéMagenta63 Tel. 02.485.91.91

Zia Severina è in piedi dal 16 al 19 ottobre al Teatro sala Fontana

Dal 16 al 19 ottobre, al Teatro Sala Fontana di Milano è in scena “Zia Severina è in piedi”.

teatro sala fontana

A farsi interprete di questa “brava signora” Valentina Scuderi, attrice della babygang, compagnia nata nel 2003 all’interno della Civica Scuola di teatro Paolo Grassi di Milano quando alcuni studenti-attori si sono uniti sotto la direzione dalla drammaturga e regista Carolina De La Calle Casanova spinti da un comune sentire della messinscena teatrale.

zia severina

La storia è un nobile esempio di lotta alle mafie, compiuta attraverso l’ostinazione, unico mezzo rimasto a zia Severina, la quale, in un giorno qualunque, riceve la minaccia della n’drangheta, rappresentata dal giovane “Mongolfiera” incaricato di introdursi all’interno dell’abitazione dell’anziana per indurla ad abbandonare la casa. La dignità di zia Severina la indurrà piuttosto a costruire un dialogo con il suo persecutore, e a cercare la possibilità di un confronto, diventando un esempio di resistenza per tutto il quartiere Niguarda di Milano.

M. Finistrella

16 – 19 ottobre 2014 ore 21.00 Progetto residenza compagnia b a b y g a n g

 ZIA SEVERINA È IN PIEDI testo e regia di Carolina De La Calle Casanova con Valentina Scuderi assistente alla regia Chiara Boscaro – scenografia e costumi Petra Trombini produzione compagnia b a b y g a n g parte di Progetto Alveare con il patrocinio di Comune di Milano e Provincia di Milano
TEATRO SALA FONTANA
Via G.A. Boltraffio, 21 MILANO 02.69015733
PER INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI prenotazioni telefoniche al numero 02 69015733 da lunedì a venerdì dalle ore 9.30 alle ore 18.00 via mail a fontana.teatro@elsinor.net